Google+

SFONDO

Blog informativo dell'azienda pilota del Metodo Organic Forest "Terra Rigogliosa" AgriLux s.r.l.: una nuova agricoltura, senza l'utilizzo di prodotti chimici di sintesi. "Organic Forest" va oltre il biologico, è la vostra garanzia di un'alimentazione naturale e sana, con il sapore vero dei frutti della terra.

Visualizzazioni totali

ORGANIC FOREST by MICHEL BARBAUD

LA QUALITA’ INTRINSECA E’ IL PRIMO CRITERIO DI ANALISI, PRIMA ANCORA DELLA QUANTITA’
« L’alimentazione è alla base della salute » diceva Ippocrate. Nei vini troviamo pesticidi in quantità molto inquietanti, fino a 300 microgrammi/litro. Anche i cereali di consumo umano e animale sono contaminati dai pesticidi. Non parliamo della frutta che presentiamo ai nostri bambini…A cosa servono dei rendimenti/ettaro record? Servono solo a creare problemi di salute con cause dirette. E’ veramente questo che vogliamo offrire ai nostri figli? L’agricoltura deve produrre alimenti sani, senza contaminanti né metalli pesanti. Questo è possibile se ci riappropriamo delle conoscenze e dei sapori che abbiamo perso.
Michel Barbaud





Michel Barbaud, agronomo- naturopata – specializzato in bioelettronica umana e agronomica di Luis Claude Vincent– già collaboratore di scienziati che hanno fatto la storia delle scienze del Nuovo Mondo, depositario delle ricerche e del lavoro svolto con Jeanne Rousseau, impegnato nella ricerca agronomica per determinare il metodo naturale Organic Forest, attualmente vive in Italia dove sta creando l’azienda pilota per l’applicazione e dimostrazione di tale metodo.

Per effettuare un’agricoltura naturale – sostiene Michel Barbaud – occorre mettere in atto una serie di pratiche per giungere ad un suolo sano, cioè privo di molecole chimiche e ricco di micro-flora e micro-fauna. Per arrivare a questo è necessario avere la conoscenza profonda delle leggi della natura, cioè le leggi chimico-fisiche e biologiche dell’ecosistema in cui si opera. Bisogna anche capire – aggiunge Michel Barbaud – che molti problemi che ci sono oggi nascono sotto i nostri piedi e non in cielo tra le stelle come qualcuno ritiene; solamente avendo più attenzione e cura per le radici delle nostre piante possiamo risolvere veramente questi problemi. La chimica agraria degli ultimi settant’anni, seppur sostenuta da basi scientifiche, ha distrutto i suoli coltivati. Attraverso questo metodo si ristabilisce l’equilibrio perduto e si ricava la sanità delle piante.



L’idea di  Michel Barbaud nasce dalla riconsiderazione degli ecosistemi forestali con i loro meccanismi auto-regolati di gestione della fertilità ai fini del rinnovamento sostenibile delle pratiche agricole. Una semplice osservazione: i terreni agricoli con fertilità durevole nel tempo sono stati ricavati a spese di foreste di latifoglie dei climi temperati. In queste aree, se l’uomo abbandona un terreno agricolo sfruttato si insedia nel giro di breve tempo una cenosi (insieme di individui vegetali o animali appartenenti a specie diverse che coabitano nello stesso ambiente) che evolve in foresta. Dopo qualche decina d’anni, a seconda delle condizioni di degrado iniziali, si ristabiliscono i livelli di fertilità elevati tipici dell’ecosistema forestale climax.
Questo fa pensare che il lavoro dell’uomo nell’attuale agricoltura “industrializzata” sia in realtà in direzione contraria a quella che la Natura ha raggiunto nell’equilibrio omeostatico, degli ecosistemi forestali.
Sebbene le colture agricole siano in perenne disequilibrio, le attuali pratiche colturali stanno spingendo come non mai verso un allontanamento da qualsiasi ipotesi di equilibrio. Si combattono sintomi di malattie, di carenze, ecc., con metodi che non solo non risolvono le cause ma le peggiorano, in una spirale perversa e pericolosa.
Le pratiche agronomiche consigliate da Michel Barbaud sono di ABBANDONARE LA MONOCOLTURA E FAVORIRE LE ROTAZIONI. I nostri suoli sono dei deserti di “ausiliari” (rispetto ai “giganti” della foresta) a causa dell’utilizzo della chimica di sintesi e della monocoltura.
Altro fattore importante è MANTENERE LA VITA MICROBICA D’INVERNO, eliminando i suoli nudi. La pratica dell’aratura prima del gelo invernale, affinché questo spappoli le grosse zolle è errata. Il suolo va tenuto coperto dal freddo eccessivo che ucciderebbe la microflora dei primi strati. Un suolo coperto ha la temperatura superficiale più alta di 2°C. I patogeni si approfondiscono e non vengono uccisi. Meglio seminare un sovescio vernino, come la veccia. La veccia va poi trinciata prima che vada a seme. Ci si può seminare sopra direttamente. Un’alternativa è il sorgo.
Altra pratica importante è FAVORIRE LO SVILUPPO DELLA FAUNA DEL TERRENO, stimolando il livello di carbonio nel suolo.
Infine NUTRIRE GLI INSETTI PREDATORI e GLI UCCELLI INSETTIVORI creando l’habitat ed offrendo nutrimento.